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Aquila di mare, il fascino della natura selvaggia

aquila marePochi uccelli hanno suggestionato il genere umano come l’aquila.

Agli albori della storia, il suo possente volo è ricordato nei Salmi di Salomone, mentre un’aquila ornava anche lo scettro di Zeus, dio supremo degli antichi Greci. Nelle antiche saghe norvegesi Odino, re degli dei, assumeva spesso le sembianze di un’aquila, mentre dall’altra parte dell’Oceano Atlantico i copricapo da guerra dei nativi delle pianure nordamericane erano realizzati esclusivamente con penne d’aquila. L’aquila fu scelta anche quale simbolo degli eserciti della Roma imperiale, e successivamente per gli imperi d’Oriente e d’Occidente, per passare poi dal primo alla casa imperiale di Russia, pretendente all’eredità dell’impero Bizantino, e dal secondo agli Asburgo, quali eredi del Sacro Romano Impero. Ancora oggi la troviamo quale stemma nazionale dell’Austria e della Polonia e simboleggia sia il Messico sia gli Stati Uniti d’America.

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Parco nazionale d’Abruzzo

PNALM 2Il parco nazionale d’Abruzzo è il Parco che storicamente ha rappresentato per l’immaginario collettivo l’idea stessa di conservazione della natura in Italia.

Per decenni ha costituito un punto di riferimento quando l’Italia tutelava una bassissima percentuale del proprio territorio nazionale. Ha dovuto subire, purtroppo, oltre che tentativi di speculazione edilizia e turistica, anche episodi di cattiva gestione che ne hanno in parte intaccato il fascino di area protetta di riferimento in Italia. Oggi, lentamente ma tenacemente, opera per superare questo periodo negativo della sua lunga e positiva storia di accorta conservazione degli habitat e delle specie dell’Appennino centrale. Dal suo patrimonio faunistico sono partite le reintroduzioni di camosci negli altri parchi che aderiscono al progetto “Appennino Parco d’Europa”.

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Coto Donana, Andalusia

imageIl Coto Donana è un luogo magico. Un gruppo di case basse, pittoresche, decorate,immerse in una surreale atmosfera da favola, le strade sono di sabbia, solo di sabbia. Sabbia leggera che il vento solleva e il suo spostarsi accatasta cumuli minacciosi per la guida, almeno alle prime mosse. La palude, tutta quest’acqua odorosa è un immenso canneto, una fantastica palude popolata da migliaia di animali bellissimi. Una cosa straordinaria di El Rocìo è la sua chiesa, bianca, con un timpano alto che solido ma etereo che spicca nel cielo azzurro dell’Andalusia. Questa chiesa è bellissima, armoniosa ma sobria, così sorprendente che sia circondata da sabbia e posta sull’orlo di una palude!
Ma la cosa veramente straordinaria è che sulle sue mura vivano e nidifichino centinaia di rondini, rondoni e balestrucci. El Rocìo riassume in se alcuni valori di cui oggi siamo davvero consapevoli in modo anche drammatico: la bellezza, la biodiversità, la fragilità della complessità, la migrazione. Lo scenario è quello dell’immenso delta del Guadalquivir, questo ambiente è di una fragile e composita bellezza, c’è acqua, con i cicli stagionali che fanno cambiare le terre dall’aridità quasi totale dei mesi estivi, all’allagamento totale dei mesi invernali. E con l’acqua vanno e vengono anche le centinaia di specie di uccelli che popolano di frullare d’ali e suoni vitali il cielo e il canneto.

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