Brienza. Appennino Lucano. Il nostro tour nel più giovane parco nazionale italiano inizia qui. Il borgo antico ed il paese nuovo, avvolti attorno al fiume che scorre deciso, sono abbarbicati sotto l’imponente mole del castello.
Tutto ci parla di antico. La fortezza e il feudalesimo. Le vicissitudini dei tanti popoli che hanno attraversato il nostro Mezzogiorno sino all’Unita’ d’Italia e alla nascita della moderna Basilicata, dall’antica Lucania e dalla Terra di Lavoro.
Ma qui l’uomo si è insediato da tempo antichissimo. Alle pendici estreme delle mura del castello, infatti, ci sono ancora i resti di un insediamento urbano del IV sec.
L’ospitalità e’ squisita come al Sud e’ di solito. La cucina vera. Baccalà, cavatelli, fave fresche, pecorino e caprino squisiti, farro e fagioli e gli specialissimi ed unici peperoni croccanti che solo qui si possono gustare come meritano… Tutto ci parla di un territorio rurale ancora integro e che vale la pena di scoprire.
Peccato che lo stato abbia dismesso la locale ferrovia che meriterebbe di divenire sede protetta di una nuova rete Escursionistica ciclo pedonale.
Il parco ha iniziato molto bene il suo difficile cammino, ma di strada ne occorre ancora far tanta.
Il paese di Brienza ha scorci molto belli, con un borgo antico molto bene ed in corso di restauro, dopo il terribile terremoto degli anni ’80.
Abbiamo trovato una ottima accoglienza al B&B “La voce del fiume” autentica dimora storica, recuperata da mano accorta e sensibile e gestita con amore ed intelligenza.
Brienza merita una visita, sperando che presto il piano del parco Appennino Lucano porti anche qui i benefici del l’interpretazione ambientale e culturale da applicare al contesto storico urbanistico.
Nei? La segnaletica interpretativa del parco non c’è ancora e se ne sente il bisogno. Davvero fuori luogo l’illuminazione troppo fantasiosa del castello.
Appennino Lucano. Si conclude un press tour di scoperta di un pezzo recondito e bellissimo della nostra Italia.
Un territorio poco noto, di grande bellezza, con una natura d’eccezione ed emergenze culturali di grande rilievo.
Una terra che ha tutte le carte in regola per divenire location di un eco turismo di qualità.
Speriamo che la splendida gente che abbiamo incontrato divenga comunità del parco nazionale Appennino Lucano e costruisca un’offerta turistica di qualità.
Grazie a tutte le amministrazioni, gli imprenditori, i cittadini che ci hanno aiutato a scoprire un posto bellissimo!
Appennino Lucano: il più giovane parco nazionale italiano, una terra da scoprire.
Ci sono luoghi che hanno la fortuna di essere noti a tutti e ci Son posti da scoprire.
Questo vale anche per il vasto e complesso panorama italiano dei parchi nazionali.
Ci sono luoghi, infatti, che erano località turistiche a prescindere dal fatto che poi abbiano anche avuto l’onore di essere classificati quali parchi nazionali.
Ci Son luoghi che hanno fatto un buon marketing territoriale legato al parco ed oggi godono di una discreta notorietà.
Ci Son luoghi, infine, che hanno iniziato da poco l’entusiasmante ma non facile lavoro di costruire un’immagine ed una sostanza turistica.
L’Appennino Lucano e’ in quest’ultima categoria, impegnato come pochi.
I problemi non mancano. Soprattutto perché da qui non si passa per andare altrove. Non si può intercettare molti flussi turistici casuali. Bisogna proprio costruire un “quid” che attiri il turista, il viaggiatore, l’escursionista, l’amante della cucina vera e dei cibi genuini.
L’impresa e’ articolata e complessa.
Credo abbia bisogno di tre elementi fondamentali.
1) la gente deve credere nel proprio lavoro e nel proprio territorio.
2) gli amministratori pubblici devono saper lavorare assieme per un obiettivo di ampio respiro.
3) occorrono investimenti mirati e specifici.
Ma il dato importante e’ che l’Appennino Lucano ha posti molto belli, natura ancora integra con elementi di sicuro interesse (lontra, lupo, grifone, capovaccaio…), gente ospitale, una produzione agricola ed alimentare di sicuro interesse…
Insomma questo pezzo di Sud può dare a se stesso e al mondo del turismo qualcosa di importante. Bisogna crederci e occorre trovare una chiave di lettura forte.
Il piano del parco nazionale, con i suoi strumenti di tutela, valorizzazione ed interpretazione può essere una occasione importante di riflessione comune del territorio e del la comunità per decidere, dal basso, del proprio futuro. Dopo i capannoni vuoti, dopo le strade dissestate, dopo il petrolio, c’è ancora una speranza forte: lo sviluppo sostenibile legato a produzioni di qualità e all’ecoturismo. Consapevoli che ci sono luoghi lontano da tutto e da tutti che hanno creduto in un progetto di qualità e hanno vinto la scommessa di divenire una location turistica importante.