La natura di aprile

IMG_4984La natura di Aprile è tutto un rifiorire. Aprile, infatti, è il mese della primavera mediterranea. Tornano uccelli migratori, si risvegliano i rettili e gli anfibi, i prati sono rallegrati da mille fioriture policrome.
Passato l’inverno, gli animali si apprestano a ricominciare l’eterno ciclo del corteggiamento e della riproduzione.
Su fiumi, torrenti e laghi, aumenta l’attività dell’instancabile Martin pescatore, che possiamo ammirare mentre sta posato, sempre all’erta, pronto a tuffarsi in caccia di piccoli pesci e insetti.

Se saremo pazienti, ben nascosti tra la vegetazione ripariale potrà capitarci di osservare l’allegro rincorrersi della copia di martini, bellissimi uccelli dagli splendidi riflessi blu metallico.

 

Un buon posto per l’osservazione, facilitata dalla presenza di capanni e camminamenti per il birdwatching, è il lago di Burano, oasi Wwf al confine tra Toscana e Lazio.
Ma aprile ci aiuta anche a rintracciare la presenza del gufo comune, presente un po’ dovunque, ma difficile da scorgere per le sue abitudini strettamente notturne.
Eppure in primavera, anche questo strigiforme fa sentire la sua voce, un basso e sospirante u-u-u, difficile da dimenticare, anche per l’atavico timore che può sorprenderci nel bosco di notte.
Un buon metodo per cercarlo è quello di girare la campagna all’imbrunire, tentando di imitare il suo verso: i rapaci notturni sono curiosi, spesso non resistono alla tentazione di rispondere.
Dovunque ci siano boschi cedui di querce, o boschi di conifere, soprattutto se frammisti a campi e radure, potremmo provare a cercarlo.
Un consiglio, non vi avvicinate troppo. Se li notate ricordate che i rapaci contano molto sul loro mimetismo, salvo attaccare all’ultimo momento!
E dopo aver passato la notte alla ricerca del gufo, potremmo goderci la rugiada sui campi in fiore, tra gli arbusti di cisto, lentisco e ginestra, nonché le altre mille essenze della flora mediterranea.
Le prime ore del mattino, infatti, offrono la riapertura dei fiori al sole, il brulichio degli insetti nettariferi e il crogiolarsi al caldo nascente di serpenti e lucertole in termoregolazione.
Questi animali, a sangue freddo, hanno bisogno di far aumentare la propria temperatura corporea, prima di potersi dedicare alla caccia quotidiana. È facile, pertanto, poterli scorgere al sole, in radure e campi, tra alberi ed arbusti, o sugli ospitali muretti a secco che ravvivano il paesaggio meridionale.
Tra tutti sarà attivissimo il biacco, mordace rettile diffuso in tutto il paese, che proprio in questo mese entra in fregola. I maschi, che escono dal letargo prima delle femmine, ingaggiano combattimenti rituali tra loro: avvolgono le code, drizzano il corpo cercando di abbattere il rivale, sino a quando il più debole non si ritira. Un ottimo luogo dove cercare i rettili, sono i prati assolati di tutte le colline e le basse montagne degli Appennini.

 

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